In questa pagina descriviamo le principali regole per la scrittura di un oggetto, descritte all'interno del manuale "Le raccomandazioni di Aurora" (vedi Materiale utile sulla gestione dell'anagrafica).
L'oggetto è la sintesi dei contenuti di carattere giuridico, amministrativo e narrativo di un documento. Oltre ad aiutare per la ricerca del documento, l’oggetto ha il compito di identificare il documento stesso e di definire la sua relazione con il fascicolo e con gli altri documenti in esso contenuti. La redazione dell'oggetto, quindi, è un'operazione intellettuale che scaturisce necessariamente da un’analisi dell’intero documento, diretta a individuare le azioni, le istanze e le descrizioni rappresentate.
Occorre prestare attenzione a non scrivere oggetti eccessivamente lunghi (perché in questi casi spesso vengono utilizzate precisazioni pleonastiche o superflue, che distraggono l’attenzione dagli elementi significativi) o eccessivamente corti (perché non permette l’immediata comprensione del contenuto del documento registrato). Per la redazione di un oggetto esaustivo è sufficiente indicare in modo chiaro, dal generale al particolare, l'azione e gli elementi principali del testo, utilizzando solo i termini strettamente necessari.
Occorre evitare la copiatura pedissequa dell’oggetto del documento (sia in arrivo che in partenza), eccetto il caso in cui esso sia ritenuto esaustivo. Quando il protocollista effettua la registrazione deve, di norma, rielaborare l’oggetto alla luce del contenuto del documento.
Non è necessario chiudere l'ultima frase dell'oggetto con il punto.
I documenti in lingua straniera che presentano un oggetto, se scritti con l’alfabeto latino, devono essere protocollati riportando l’oggetto del documento stesso in lingua originale, seguito dalla descrizione in lingua italiana. Se il documento in lingua straniera non comprende un oggetto, invece, questo viene redatto dal protocollista unicamente in lingua italiana.
L’oggetto di un documento si redige tenendo conto delle disposizioni vigenti in materia di protezione dei dati personali. Dato che una corretta redazione dell’oggetto ha lo scopo di garantire, non solo la sua funzione giuridico-amministrativa, ma anche quella comunicativa facilitandone la ricerca, ne risulta che il protocollista debba:
Inoltre, nella stesura degli oggetti, dovrebbero essere evitati i titoli accademici, di deferenza e di onorificenza:
Ad esempio, si scrive:
I riferimenti normativi non costituiscono l’oggetto del documento. Non è corretto, quindi, redigere l’oggetto di un documento limitandosi a citare un riferimento normativo senza ulteriori indicazioni. Quando risulta necessario indicare nell’oggetto di un documento uno o più riferimenti normativi, essi devono essere scritti per esteso o comunque in modo tale da far comprendere chiaramente al lettore a quale norma si sia inteso fare rinvio.
Analogamente, l’oggetto si redige evitando richiami muti a documenti precedentemente inviati o recepiti dall’ente.
Ad esempio, si scrive:
In questa pagina descriviamo le principali regole per la redazione delle voci di anagrafica, descritte nel manuale "ALBA. Aggiornamento dei Lavori e delle Buone pratiche delle Raccomandazioni di AURORA" (vedi Materiale utile sulla gestione dell'anagrafica).
La descrizione del corrispondente è un elemento obbligatorio della registrazione di protocollo e costituisce un'attività fondamentale per la gestione dei documenti. Per poter identificare il corrispondente in modo univoco, occorre fornire informazioni adeguate e conformi a criteri condivisi e riconosciuti. In questo contesto la normalizzazione delle informazioni assume un ruolo indispensabile per evitare l’inserimento di anagrafiche in eccedenza, doppie o sbagliate.
Le voci di anagrafica devono essere scritte in modo da identificare il corrispondente in modo univoco e devono essere compilate nel modo più completo possibile. Gli elementi essenziali per l’identificazione univoca del corrispondente sono:
Tuttavia, per ottenere un’informazione strutturata e per evitare le omonimie o le denominazioni simili, in fase di redazione di una voce di anagrafica, devono essere indicati gli ulteriori elementi noti come, ad esempio, indirizzo, codice fiscale, partita IVA, indirizzo di posta elettronica, indirizzo PEC.
Nel caso in cui una voce di anagrafica risulti incompleta, l'operatore del sistema di protocollo dovrà modificare tale voce, aggiungendo gli ulteriori elementi in suo possesso. Analogamente, se una voce di anagrafica presenta degli errori, questa deve essere modificata, in modo da non pregiudicare la corretta identificazione del corrispondente.
L'indirizzo postale nelle voci di anagrafica viene scritto nella forma italiana e comprende:
Per le strade e le piazze dedicate a persone fisiche, ad avvenimenti e anniversari, i nomi devono essere scritti senza abbreviazioni.
Se il numero civico è seguito da una lettera, questa si scrive di seguito al numero senza spazi. Se invece il numero civico è accompagnato da un altro numero (ad esempio l'interno), questo si scrive di seguito al numero civico, separati da un trattino.
Ad esempio, si scrive:
Analizziamo nel dettaglio alcune tipologie di corrispondenti
Dato che ciascun ente può prevedere varie ripartizioni, è possibile creare una voce di anagrafica per ciascuna ripartizione dell'organigramma (direzioni, settori, uffici, ecc.) e per ciascun organo esistente. In ogni caso, occorre precisare sempre prima l'ente e successivamente i nomi delle varie ripartizioni procedendo in ordine gerarchico e separando i nomi con un trattino preceduto e seguito da uno spazio. Lo stesso vale per gli organi collegiali: prima si indica l'ente, poi la struttura e infine il nome dell'organo.
Ad esempio, si scrive:
Però, laddove il nome dell'ente è molto lungo o è formato da numerose ripartizioni molto articolate dal punto di vista gerarchico, è possibile omettere i livelli gerarchici intermedi purché questi non siano indispensabili all'identificazione univoca della ripartizione.
Nel caso in cui il corrispondente scriva o riceva documenti nella sua veste istituzionale (sindaco, rettore, ecc.) o a nome della struttura a cui appartiene, l'anagrafica è formata dal nome della struttura e occorre indicare il nome e la carica del corrispondente nel campo "firmatario" o "alla c.a.".
Ad esempio, si scrive:
Quando i corrispondenti sono i componenti di un organo collegiale, le voci di anagrafica devono contenere solo ciò che identifica univocamente l'organo, senza l'utilizzo di preposizioni.
Ad esempio, si scrive:
Quando i corrispondenti sono un gruppo omogeneo di persone fisiche, le voci di anagrafica devono contenere ciò che identifica univocamente il gruppo di persone, senza l'utilizzo di preposizioni.
Ad esempio, si scrive:
Analogamente, nel caso in cui i corrispondenti siano un gruppo omogeneo di ripartizioni, le voci di anagrafica devono contenere ciò che identifica univocamente le ripartizioni di destinazione, senza l'utilizzo di preposizioni.
Ad esempio, si scrive:
I nomi di corrispondenti esteri, sia di persona che di struttura, devono essere riportati in lingua originale utilizzando solo le lettere dell'alfabeto italiano (ad esempio il carattere "ç" deve essere sostituito con "c"). Unica eccezione a questa regola si ha per i nomi di stato, che devono essere riportati in lingua italiana.
I nomi stranieri, normalmente, non vengono tradotti. Laddove lo si ritenga necessario, però, i nomi delle strutture possono essere tradotti e la forma italiana segue sempre quella in lingua originale.
Ad esempio, si scrive:
Nei repertori vengono registrati i documenti privi di destinatario, o con destinatario generale, che presentano gli stessi elementi formali, indipendentemente dal loro contenuto (documenti uguali per forma e diversi per contenuto).
Qui di seguito vediamo la lista dei repertori presenti in Titulus accompagnati da una breve descrizione.
La classificazione di un documento è una componente obbligatoria della protocollazione. Ciascun documento deve essere classificato in base alla sua funzione (cioè in base allo scopo del documento) e NON in base alle competenze (cioè in base all'ufficio che tratta il documento). Se ne deduce che tutti i documenti relativi a un procedimento amministrativo devono essere classificati con lo stesso titolo e classe, in quanto tutti i documenti relativi a un procedimento amministrativo hanno lo stesso scopo.
In questa pagina analizzeremo i vari titoli e classi presenti nel titolario attualmente in uso, con particolare attenzione alle tipologie documentali che dovrebbero utilizzarli.
Questo titolo contiene documenti relativi alle funzioni primarie e costitutive dell'Ateneo, dette anche “di staff”.
Ciascuna classe di questo titolo contiene i documenti relativi al funzionamento dell'organo a cui si riferisce. Ad esempio documenti relativi a costituzione degli organi collegiali, nomina e decadenza dei relativi componenti, convocazione e verbalizzazione delle sedute, commissioni o comitati nominati o incaricati, devono essere classificati nella classe del relativo organo. A differenza del funzionamento, i documenti relativi alle competenze e alle attività dell'organo devono essere classificate nelle rispettive classi del titolario.
Questo titolo contiene documenti relativi alle funzioni finali proprie dell'Ateneo (didattica e ricerca) e alla loro programmazione.
Questo titolo contiene i documenti relativi a procedimenti amministrativi che contengono documentazione relativa all’attività giuridico-legale dell’ateneo, a prescindere dal fatto che essi siano legati ad altri procedimenti amministrativi i cui documenti hanno una classificazione differente. Ad esempio un procedimento penale a carico di un dipendente va classificato nel Titolo IV, anche se legato a una procedura disciplinare a carico del medesimo soggetto che, come tale, si colloca nel titolo VII. Si tratta, infatti, di due procedimenti amministrativi diversi che rispondono a iter procedimentali distinti e giuridicamente differenti.
Questo titolo contiene la documentazione amministrativa riferita a tutto l’insieme della popolazione studentesca che in diversi modi interagisce con l’ateneo.
Questo titolo si riferisce alla funzione di costituzione e al funzionamento sia delle strutture periferiche dell’università che alle strutture che svolgono funzioni didattiche, di ricerca e di servizio. Vengono trattati gli aspetti legati alla gestione dell’ente (nomine, convocazione di assemblee etc.).
Attenzione: i documenti relativi alle attività specifiche legate alla didattica e alla ricerca, invece trovano adeguata classificazione nel Titolo III.
Questo titolo comprende la documentazione riferita alla amministrazione delle risorse umane, di ruolo e non di ruolo. Per altre figure (assegnisti di ricerca, titolari di borse di studio, ad es.) si rimanda alle rispettive classi del Titolo III.
Attenzione: non sono da considerarsi personale universitario gli specializzandi, i dottorandi, anche se amministrati in modo simile al personale universitario. Essi rientrano nella categoria studenti e la relativa documentazione deve essere classificata nel Titolo V.
Questo titolo contiene i documenti relativi esclusivamente alla parte finanziaria, contabile, al bilancio e alle tasse, imposte dirette e indirette dell’ateneo.
Questo titolo contiene i documenti che riguardano la gestione materiale (non giuridica, come ad es. acquisto, comodato, locazione, etc.) del patrimonio immobiliare e degli impianti dell’Ateneo. Inoltre esso contiene tutti i documenti relativi all’utilizzo dei beni in modo funzionale e sicuro (progettazione, restauro, riparazioni, destinazioni d’uso).
Attenzione: le classi simili del Titolo X fanno riferimento alla gestione giuridico/economica del patrimonio, mentre le classi del Titolo IX fanno riferimento alla gestione materiale
Questo titolo contiene i documenti relativi alla funzione di gestione dei beni patrimoniali dell’università: immobili (patrimonio), mobili (economato) e strumentali (provveditorato).
Devono essere classificati con questo titolo le acquisizioni, le cessioni, le procedure di inventario, acquisizione e gestione di beni e servizi strumentali. Inoltre devono essere classificati con questo titolo le attività negoziali e contrattuali, le locazioni attive e passive, le risorse strumentali in genere (fornitura di beni e servizi, utenze, interventi di manutenzione di beni mobili, servizi ausiliari, ecc.)
Questo titolo deve essere considerato come un fattore eventuale, eccezionale della produzione documentaria. Si tratta di una sorta di “contenitore transitorio” riservato a funzioni non previste dal titolario e successivamente acquisite dall’ateneo per l’assunzione di nuove deleghe o l’avvio di una nuova attività.